– Il nostro concetto di energia
L’energia vitale attraversa l’universo cosi nel macrocosmo come nel microcosmo. Nell’uomo pervade le cellule, gli organi, le parti del corpo (segmenti) e infine l’intero corpo. In biologia vediamo che il ciclo di Krebs descrive l’aspetto meccanico di ciò che avviene negli animali, e in particolare descrive il processo di produzione, di trasporto e di utilizzo dell’energia a livello di molecole e di cellule, tale processo costituisce il motore della vita nell’organismo umano,
Questo flusso di energia vitale, che nella sua funzionalità naturale permetterebbe all’uomo di mantenere (e ripristinare in caso di necessità) uno stato di perfetta salute e di piena realizzazione di sé, nella realtà è fortemente compromesso da limitazioni delle manifestazioni naturali di autoregolazione, queste limitazioni costruiscono a livello connettivo-muscolo-scheletrico la struttura caratteriale fisica degli individui, e a livelli più sottili quella che W. Reich chiama “peste emozionale”. La peste emozionale è “la malattia” contagiosa che ha origine dalle frustrazioni dei bisogni della prima infanzia, e che attraverso la limitazione del flusso energetico sopprime le manifestazioni vitali naturali nel singolo individuo, e di conseguenza causa violenza, falsità, manipolazione, sopruso nell’individuo e nella società. Nel libro “L’assassinio di Cristo” Wilhelm Reich descrive come la peste emozionale sostenga e sia sostenuta di generazione in generazione da un sistema di credenze atte al mantenimento del potere che cristallizza l’impulso vitale degli individui in comportamenti rigidi e ripetitivi.
W. Reich sviluppò a partire dagli anni ’30 del secolo scorso un filone di ricerca con gli strumenti della biologia e della fisica nel campo dell’energia vitale che chiamò funzionalismo energetico; come psichiatra e psicoanalista, con gli strumenti della clinica verificò attraverso l’esperienza con i suoi pazienti la base energetica dei processi biologici, compresi quelli emotivi e cognitivi. Il funzionalismo energetico di Reich rappresenta un salto di qualità, il passaggio di ottava, un nuovo paradigma che supera il pensiero meccanicistico centrato nel corpo, supera la mistica centrata nello spirito, e supera la psicologia centrata nella psiche, per entrare in un sistema di pensiero integrato, sistemico, psicosomatico, che ci permette di creare la nostra vita e di conoscere come costruire la realizzazione di noi stessi. Un sistema di pensiero lineare ma complesso capace di dialogare con sistemi di pensiero di altre culture e tradizioni

– L’energia porta l’informazione
Quando noi usiamo la parola “energia” generalmente pensiamo alla luce pulsante del sole, alla lampadina elettrica, alle fonti di calore, al carburante per l’auto e al combustibile per il riscaldamento, pensiamo cioè a concetti provenienti dalla fisica e legati all’esperienza quotidiana. Nel paragrafo precedente abbiamo aggiunto a tutto ciò il concetto di energia vitale, soffermandoci sul sostantivo “energia” più che sull’aggettivo “vitale”, rimanendo su un piano piuttosto materiale e fisico. Quando invece parliamo di “consapevolezza”, la nostra associazione va alle idee, alla mente, alla filosofia, allo spirito, alla psiche. La parola “energia” resta legata alla scienza, misurabile, oggettiva, mentre la “consapevolezza” richiama tutto ciò che non è misurabile, legato a sistemi di credenze non scientifiche. Facciamo fatica a immaginare un’interazione fra energia e consapevolezza. Tuttavia vogliamo considerare alcuni elementi sperimentabili, che ci conducono ad affermare che l’energia trasporta l’informazione, e quindi che un flusso energetico funzionale permette una consapevolezza piena, ed al contrario un flusso energetico bloccato o distorto permette una consapevolezza limitata. Per fare questo è necessario attivare l’osservatore di sé stessi e porre la massima attenzione al proprio corpo, sentirne le sensazioni ed emozioni.
– Un primo elemento proviene dalla percezione di maggiore energia nelle parti del corpo che mobilitiamo con il movimento, nel bodywork per esempio; unita alla sensazione di benessere o di disagio, talvolta anche di dolore. Muovere energia porta consapevolezza nelle parti del corpo coinvolte, acuisce la sensibilità locale e risveglia maggiore possibilità di movimento. Dolori dimenticati, propriocezione amplificata, sensazioni di flusso o calore o eccitazioni sconosciute vengono a galla.
– Un secondo elemento è l’emozione che affiora durante la mobilitazione di un arto o di un segmento, o durante un atto respiratorio, dalla rabbia alla tristezza alla gioia: muovere energia restituisce la capacità di sentire l’emozione presente, porta consapevolezza sullo stato emotivo precedentemente mascherato da insensibilità.
– Un terzo elemento più difficile da produrre ma più importante sono le immagini o i ricordi che appaiono all’improvviso alla mente durante 5il bodywork: muovere energia ossigena il nostro corpo e il nostro cervello e illumina aree prima oscure della nostra mente o della nostra memoria, e apre porte nuove alla comprensione, dunque alla consapevolezza. L’energia vitale è perciò energia in movimento, e quanto più è vitale tanto più porta consapevolezza.
Attenzione e Osservazione
L’attenzione è l’elemento da cui ha inizio il processo di conoscenza di sé ed il lavoro sulla consapevolezza. Con l’attenzione assumiamo la funzione di osservatore di noi stessi e cominciamo ad “accorgerci”, a “renderci conto”, a “riconoscere” emozioni e sensazioni, cioè facciamo esperienza della “presenza cosciente” (awareness). Per osservare la nostra dimensione intrapersonale è necessario sviluppare la capacità di percepire le nostre emozioni, e questa a sua volta dipende dalla capacità di sentire le sensazioni che il nostro corpo fisico produce in risposta e a latere delle esperienze. L’Osservatore è colui che semplicemente osserva senza giudizio, non mira a modificare alcunchè ma si limita a prendere atto con distacco, realizzando il dualismo osservatore-osservato, soggetto-oggetto; tuttavia non è uno spettatore inerte, perchè il suo compito è quello di tenere la luce accesa per dissipare le tenebre dell’inconsapevolezza. Ed anche solo guardando senza intervenire si scopre veramente tanto e si produce trasformazione, perché il modo in cui focalizziamo la nostra attenzione ci aiuta a modellare direttamente la nostra mente. Osservare trasforma.
Principio di Carica e Scarica
Il principio di Carica e Scarica, individuato già da S.Freud nei suoi studi sul principio di piacere, diventa con W. Reich centrale e fondamentale nel suo approccio psicosomatico. L’investimento energetico sulla parte del corpo che attende la soddisfazione del desiderio è come un arco teso che attende lo scoccare della freccia, e finalmente quando questo accade si raggiunge il piacere, avviene la scarica, cade la tensione. Reich parte da qui, per ricondurre la vita stessa ad una alternanza di carica e scarica, più precisamente ad una pulsazione come alternanza di espansione e contrazione. Entrambe le fasi sono necessarie, non c’è inspirazione senza espirazione, ma carica e scarica possono fluire armoniose in modo sano oppure essere limitate o disarmoniche. Nella vita ci caricano il desiderio, l’aspirazione, gli obiettivi da raggiungere, l’entusiasmo, l’eccitazione, lo stimolo all’azione; la scarica avviene invece conquistando gli obiettivi, soddisfacendo i bisogni, agendo ciò che sentiamo, piangendo, ridendo, esprimendo un’emozione, raggiungendo l’orgasmo. Le nostre difese caratteriali ci conducono a reiterare il modello imparato nell’infanzia, in cui abbiamo vissuto come pericolosa la carica o la scarica, e dunque alteriamo il flusso energetico naturale: la carica può essere trattenuta e non scaricata, dispersa prima di raggiungere il momento della scarica, o addirittura evitata del tutto, e così avremo persone sovraccaricate, sotto-caricate, dispersive, ad alto o basso scambio energetico in una specifica parte del corpo o nella sua totalità. Queste sono le zone in cui incontriamo i blocchi fisici. I muscoli entrano in contrazione e rimangono contratti, oppure collassano in uno stato di estrema rilassatezza, impedendo all’energia di passare.

Bodywork
Alexander Lowen e John Pierrakos allievi di W. Reich colsero nel metodo di lavoro del loro maestro l’importanza dell’aumentare il livello di energia nel corpo dei loro clienti, attraverso esercizi fisici, in grado di portare la carica energetica a superare i blocchi preesistenti, e misero a punto i concetti e le tecniche del Bodywork, ovvero il lavoro fisico di posizione, di movimento, di respirazione, finalizzato al ripristino del flusso naturale. Ma si resero anche conto che se da una parte questi strumenti erano in grado di portare la carica energetica del cliente a superare i blocchi, costui poteva non essere in grado di fronteggiare l’improvvisa disponibilità di energia libera e poteva utilizzarla in maniera scompensata o non utilizzarla affatto. Introdussero allora il concetto e la pratica del Grounding, cioè quella posizione di consapevolezza della propria presenza fisica, emotiva, mentale e spirituale nel “qui e ora” in contatto con sé stessi, con gli altri e con la terra. Il bodywork e le posizioni di grounding aumentano la carica, aumentano la pressione che diventa sempre più grande, poiché lo scopo è raggiungere nell’acme della carica un punto di non ritorno in cui possa avvenire la scarica.
Lavoriamo con la carica quando facciamo danzare, saltare, dare pugni, scalciare, battere i piedi, percuotere il cubo. Con il lavoro di carica mettiamo pressione nei punti in cui c’è uno stato tensivo, riconoscibile attraverso la lettura del corpo, per esempio una rigidità, un accumulo di grasso, una parte sovradimensionata. E’ inutile caricare le zone del corpo che sono in evidente stato di sotto-carica poiché si rischia di non raggiungere mai una condizione di carica sufficiente alla scarica. Lo scopo è quello di caricare quanto possibile per fermarsi in una posizione di scarica in grounding e trovare la vibrazione, ossia la scarica interna. La vibrazione è il segnale che una certa quantità di energia precedentemente caricata è riuscita a passare attraverso il blocco. Le emozioni cavalcano l’energia, quindi con gli esercizi di carica e scarica facciamo muovere, e affiorare le emozioni di cui siamo meno consapevoli, così torniamo ad averle a nostra disposizione. E’ possibile che l’energia in movimento, in maniera passeggera, porti sensazioni piacevoli o anche sgradevoli o dolorose; questi sono segnali di un processo che si è avviato e che ha bisogno di costanza per proseguire, un processo che produce un accesso alle nostre parti più nascoste e autentiche, è l’inizio di un cammino di consapevolezza e di autorealizzazione.
Sé Superiore
John Pierrakos diceva che l’energia vitale è Amore, e che l’energia universale è Amore, che l’energia vitale è un particolare aspetto dell’energia universale. Noi esseri umani siamo in grado con la comunicazione interiore (meditazione), attraverso il nostro sistema corporeo di energia-materia, di contattare direttamente il nostro sé superiore ed attraverso di esso sentire la nostra appartenenza al sistema energetico universale, o se credete, sentire la nostra unità con Dio (contemplazione). Abbracciare il nostro modello, usare le nostre tecniche, oppure affidarsi ad altri operatori, terapeuti, guide, con altre tecniche, altri modelli, è totalmente inutile senza il contatto con il proprio sé superiore, perché lì risiede la nostra autenticità, la fonte della nostra consapevolezza, l’origine dell’anelito che ci conduce a realizzare lo scopo della nostra vita, lì troviamo la meta dei nostri sforzi. Ma la nostra responsabilità è quella di fare le giuste domande, che in quanto giuste ottengono sempre risposta. Il sé superiore è la parte di noi incontaminata che sa guidarci verso ciò che è giusto per noi. Il lavoro che noi affrontiamo per conoscerci, per raggiungere consapevolezza, per scoprire la nostra autenticità, serve per portare allo scoperto